Dopo anni di attesa, l’osteopatia in Italia sta completando un percorso legislativo iniziato con la Legge 3/2018, che ha ricondotto per la prima volta la figura dell’osteopata nell’ambito delle professioni sanitarie.
L’approdo più recente — lo scorso 18 dicembre — di questo iter è rappresentato dal parere positivo espresso dalla Conferenza Stato-Regioni sulla bozza del decreto relativo alle equipollenze dei titoli, una tappa chiave per il riconoscimento definitivo della professione.
Dalla legge del 2018 all’istituzione della professione sanitaria
La Legge 11 febbraio 2018, n. 3 ha introdotto nell’ordinamento italiano la figura dell’osteopata come professione sanitaria, delegando al Governo e agli organismi istituzionali competenti la definizione del profilo professionale, dei percorsi formativi e delle modalità di riconoscimento dei titoli.
Successivamente, con il D.P.R. 7 luglio 2021, n. 131, è stato recepito formalmente l’Accordo Stato-Regioni che definisce profilo professionale, attività e funzioni dell’osteopata.
Un ulteriore passaggio fondamentale è rappresentato dal Decreto Interministeriale n. 1563 del 1° dicembre 2023, che ha definito l’ordinamento didattico della laurea triennale in Osteopatia (classe L/SNT/4), integrando l’osteopatia nel sistema universitario come professione sanitaria.
Il decreto sulle equipollenze: il nodo centrale
L’ultimo tassello dell’iter normativo è rappresentato dal decreto sulle equipollenze, che ha lo scopo di stabilire come i titoli conseguiti prima dell’istituzione del percorso universitario possano essere riconosciuti equivalenti alla laurea abilitante.
Questo riconoscimento è essenziale non solo per sanare la posizione dei professionisti già operativi, ma anche per consentire:
- l’iscrizione all’Albo professionale;
- l’integrazione dell’osteopatia nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) secondo standard formativi e professionali omogenei.
In concreto, la bozza di decreto — oggetto del recente parere positivo — prevede:
- l’istituzione di elenchi speciali ad esaurimento, per consentire ai professionisti già formati di completare il proprio iter di accesso all’Albo;
- criteri chiari per il riconoscimento dei titoli pregressi, che includono eventuali percorsi di integrazione universitaria;
- un periodo transitorio regolato entro termini precisi, volto ad assicurare continuità professionale ed evitare vuoti normativi.
Un passaggio storico per la comunità professionale
Il recente parere positivo della Conferenza Stato-Regioni segna un passaggio fondamentale per l’osteopatia in Italia. Accogliamo con soddisfazione questa notizia, che ci avvicina a quello che sarà un momento storico per la comunità degli osteopati italiani, ma anche per tutti i cittadini che da anni si affidano alle mani esperte degli osteopati.
I prossimi passaggi dell’iter normativo
Il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni non rappresenta ancora l’atto finale, ma costituisce una condizione necessaria per l’adozione definitiva del decreto, che dovrà essere formalmente adottato dal Governo attraverso l’emanazione del decreto attuativo previsto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e reso pienamente operativo.
Conclusione
In sintesi, il parere positivo della Conferenza Stato-Regioni sulla bozza del decreto sulle equipollenze rappresenta un passo decisivo — seppur non ancora conclusivo — verso la piena regolamentazione dell’osteopatia in Italia, contribuendo a sciogliere uno dei nodi principali di un percorso legislativo avviato con la Legge 3/2018 e atteso da anni da professionisti e cittadini.
*Foto: Palazzo Chigi – © DellaGherardesca, Wikimedia Commons – CC BY 4.0