La rivista scientifica Journal of Bodywork & Movement Therapies (ed. Elsevier), ha pubblicato lo scorso agosto un articolo sulla ricerca realizzata dal Centro di Ricerche AIMO, dal titolo “How type and number of training sessions influence the reliability of palpation”.
Autori del progetto di ricerca sono l’osteopata e ricercatrice AIMO Carolina Lavazza, l’osteopata e ricercatrice AIMO Valeria Milano, la ricercatrice e docente AIMO Alessandra Abenavoli e il Responsabile del Centro Ricerche AIMO Alberto Maggiani.
Lo studio, realizzato in collaborazione con il Centro di Formazione e Tirocinio Osteopatico CFTO, risponde pienamente a quelle che sono le finalità perseguite dal Centro Ricerche AIMO, che, come spiega il Responsabile Alberto Maggiani, “nasce in seno all’Accademia Italiana di Medicina Osteopatica AIMO e che con i propri progetti di ricerca intende contribuire all’elevata qualità dell’insegnamento e parallelamente promuovere la diffusione di conoscenze osteopatiche basate su evidenze scientifiche”.
LO STUDIO PUBBLICATO DA ELSIVIER
La ricercatrice Carolina Lavazza, prima autrice dello studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica, ci fornisce maggiori informazioni sul lavoro che, spiega: “aveva due obiettivi, uno clinico ed uno legato alla didattica. Il primo obiettivo mirava a valutare l’affidabilità della palpazione di un numeroso gruppo di osteopati. Per conseguire questo scopo è stato chiesto agli osteopati di riconoscere, attraverso la palpazione di alcuni punti, la presenza o meno di una gamba più corta in un soggetto esaminato. A insaputa degli esaminatori, sotto il tallone di alcuni soggetti, è stato nascosto un rialzo non visibile”.
“Il secondo obiettivo, legato alla didattica, puntava a valutare se un determinato tipo e numero di sessioni di training poteva influenzare l’affidabilità della loro palpazione. Per fare ciò, gli osteopati sono stati divisi in due diverse tipologie di addestramento e sono stati sottoposti a cinque sessioni di allenamento”.
Il progetto di ricerca ha coinvolto 82 soggetti esaminatori, studenti dell’Accademia iscritti agli anni terzo, quarto e quinto, e osteopati professionisti; cinque invece erano i soggetti che si sono prestati per essere sottoposti a palpazione, di cui 4 donne e un uomo.
LE CONCLUSIONI DEL PROGETTO DI RICERCA AIMO
“La ricerca ha dato interessanti risultati – commenta Maggiani –; anche se l’affidabilità iniziale tra gli operatori è stata di grado moderato, il tipo e il numero degli allenamenti non sembra influenzare la capacità palpatoria degli osteopati. Il miglioramento dell’affidabilità palpatoria durante le sessioni di training sembra piuttosto essere correlato all’esperienza degli esaminatori che quindi svolge un ruolo importante nell’affidabilità e nella capacità di apprendimento degli stessi”.
Dallo studio emerge infatti che mentre gli osteopati più esperti, più motivati durante le sessioni di training, hanno tratto da queste maggior beneficio, finalizzandole al meglio in sede di palpazione, nel caso degli studenti più inesperti, le medesime sessioni di allenamento non hanno avuto lo stesso riscontro.
Pur non essedo stato realizzato uno studio quantitativo, concludono Lavazza e Maggiani, “i ricercatori coinvolti nel progetto hanno potuto evidenziare come l’attenzione e la motivazione degli esaminatori più esperti sia stata fondante in sede di allenamento consentendo loro un ulteriore incremento della loro affidabilità palpatoria”.